Una lingua morta per letterature vive
Valerio Sanzotta
La straordinaria polifonia di lingue che caratterizza le letterature nazionali di età moderna è ormai un dato acquisito nelle più aggiornate ricostruzioni di storia letteraria. Meno nota è forse la dialettica vivace che innerva questo delicato equilibrio, nel quale - almeno in Italia - si inseriscono a pieno titolo i dialetti. I lavori raccolti in questo volume, che trae origine da un convegno organizzato dal Ludwig Boltzmann Institut für Neulateinische Studien, si propongono di fare il punto sui dibattiti intellettuali, in tutte le loro gradazioni e forme, intorno al latino come lingua per la letteratura dalla fine dell'Umanesimo in poi: dall'uso del latino in un contesto dove ormai domina il volgare alle traduzioni latine di testi vernacolari, fino al ruolo del latino nella scuola. Una sezione considerevole del volume è dedicata all'uso del latino dalla fine del sec. XIX a oggi, ovvero quando il latino si trasforma da vettore di comunicazione in lingua poetica, come avviene nel caso di Pascoli e di Bandini, oppure quando a esso vengono affidate le funzioni di solennità e di prestigio negli usi odierni della Santa Sede. Bron: Flaptekst, uitgeversinformatie
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- e-book
- Leuven University Press
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